“Overview”: esploriamo il cosmo con la RV

Eccoci qui, rinnovo nuovamente il saluto ai tanti Odisseo che decidono di accompagnarci in questo viaggio nel mondo della Simulazione. Quest’oggi risulta particolarmente veritiero parlare di viaggio e mondo perché affronteremo il tema della realtà virtuale applicata allo “spazio”.

In che senso, vi starete domandando? Ora vi spiego!

Alcune premesse

Affinché la spiegazione risulti chiara, sono necessarie tre premesse, indi per cui la spiegazione vera e propria è rimandata di qualche riga (non temete, sarà concisa). I principali preamboli che mi sento in dovere di fare sono i seguenti:

  1. la Realtà Virtuale, ormai, ha esteso la propria applicazione e tecnologia a numerosi campi di azione dell’uomo, abbiamo visto gli esempi della RV applicata all’arte, al giornalismo, all’istruzione, etc. Questa sua espansione, indubbiamente, non poteva che riguardare anche il campo dell’astronautica.
    NB: questo termine non è preciso e non ha la pretesa di esserlo, anzi, è funzionale alla trattazione;
  2. la Realtà virtuale non è da considerarsi un evento recente, una novità di questo secolo che trova applicazione in molti campi. Per l’appunto, la sua tecnologia è stata sviluppata in un ambiente preciso, in un momento preciso e da persone precise. Il nome particolarmente saliente ai fini di questa discussione è NASA (National Aeronautics and Space Administration). Vi sorprende? Nel prossimo paragrafo saranno fornite maggiori informazioni al riguardo.

    International Space Station

  3. la NASA investe numerose risorse sull’allenamento e la preparazione dei propri astronauti prima che prendano parte a qualsiasi missione. Grazie alla RV è possibile rendere la preparazione e l’allenamentooltre che sull’ISS (Internationl Space Station) – più “reale”, soprattutto se su un pianeta e su un mondo di cui si conosce poco.

NASA: l’ambiente perfetto

Non ho la pretesa di illuminarvi sulla “biografia” completa della Realtà Virtuale in questa sede (piccolo spoiler: prossimamente sarà pubblicato un articolo in cui potrete trovare un approfondimento dettagliato su questo argomento), vi citerò solamente le date fondamentali per capire in che modo la RV abbia trovato applicazione anche nell’astronautica, sempre con l’accezione di cui sopra.

Nel 1979 presso i laboratori della NASA è implementato l’aumento di prospettiva sui piccoli display nei primi HMD (Head Mounted Display). Presso il laboratorio di ricerca Ames (NASA) già a partire dalla metà degli anni ’80 del secolo scorso, i ricercatori erano soliti utilizzare un ambiente virtuale dotato di un’interfaccia che permettesse alle persone di esperire una scena generata dal pc dal punto in prima persona. Questo è ciò che ora è considerato un sistema di realtà virtuale. Nel corso degli anni successivi le innovazioni tecnologiche destinate a migliorare l’esperienza virtuale hanno avuto luogo prevalentemente presso la NASA.

Come si accennava all’interno della terza premessa, l’allenamento in un ambiente simulato per la NASA è sempre stato un elemento di fondamentale importanza. Tanto è vero che NASA ha fatto e tuttora fa grande affidamento sui simulatori delle missioni spaziali. Ne è dimostrazione il fatto che l’equipaggio delle missioni Mercury, Gemini ed Apollo abbia trascorso almeno un terzo del proprio tempo di allenamento davanti a simulatori. Ergo, emerge chiaramente l’importanza che la RV e la simulazione più in generale ricoprano per la NASA.

Qualora sia vostro desiderio approfondire le modalità in cui lo sviluppo della tecnologia ha modificato il concetto dell’esplorazione spaziale, vi segnalo questo articolo (in inglese).

The Mars 2030 Experience

L’esperienza di Marte 2030 (chiedo venia per la traduzione letterale, è alquanto pessima) è disponibile gratuitamente da Oculus Rift, Google Cardboard, Samsung VR Gear attraverso la piattaforma Steam di Valve e Fusion.Net. Per vivere l’ebbrezza di camminare sul pianeta rosso non è necessario essere dotati di hardware dedicato alla RV: infatti Mars 2030 experience è reperibile anche sull’App Store e Play Store.

ologrammi su Marte

La condivisione di questi contenuti è di notevole importanza per l’intera società. In questo modo, infatti, pressoché tutti (con le solite riserve del caso) possono comprendere ed essere aggiornati sullo stato delle esplorazioni spaziali ed essere sostenitori delle missioni spaziali. Lo scopo è di rendere “reale” l’esperienza di vedere e camminare su Marte oppure sull’ISS e far sì che questa non sia una prerogativa riservata ai soli astronauti. Per quanto, ad ogni modo, questi ultimi siano i soli a vivere direttamente queste esperienze.  Questo, in aggiunta, offre la possibilità a NASA di creare sogni nelle nuove generazioni e sperare che queste decidano di concretizzare l’esperienza che hanno avuto in realtà virtuale.

Oltre alle questioni morali e motivazionali, consideriamo, una volta tanto, l’aspetto ludico ed esplorativo. Grazie a quest’opportunità ognuno di noi può avere esperienze diretta di cosa sia e come sia effettivamente Marte. Molti diranno che vedere immagini oppure video è sostanzialmente simile a vedere Marte in 3D. Well, non direi. Le differenze sono numerose, a maggior ragione se si dispone di componenti hardware per fruire la realtà virtuale. In questo caso, vale il solito motto: “vedere per credere”.

Per avere un’idea più precisa riguardo la realizzazione del tour su Marte in 3D vi segnalo quest’altro articolo (anch’esso in inglese).

 

Italian Mars Society

In Italia, presso la sede dell’organizzazione Mars Society, è stato sviluppato un sistema di RV per testare e sviluppare le future missioni su Marte, incluse le missioni di salvataggio. Questo progetto è stato realizzato con l’intenzione di sensibilizzare il pubblico e “instillare la visione della conquista di Marte (http://www.marsplanet.org/it/chi-siamo-e-il-nostro-scopo/).

Nel 2014 e nel 2015 sono stati condotti due esperimenti per verificare l’interazione e la fiducia nel sistema sopra descritto. La missione di cui erano incaricati i volontari partecipanti a questo esperimento era la fuga dalla propria stazione su Marte a causa della diffusione di un fungo tossico. Gli sperimentatori commentano i risultati di questi esperimenti affermando che la maggior parte dei partecipanti avesse aderito all’esperimento non tanto con l’intenzione di acquisire conoscenza, quanto con l’intenzione di divertimento e intrattenimento.

 

Riflessione

Giunti a questo punto, è il momento di riflettere. Nella prima parte dell’articolo è stato affermato che la diffusione di video 3D riguardo Marte e le missioni spaziali può essere positiva perché può diffondere conoscenza e aspettativa nella popolazione, consentendo ad ognuno di vivere esperienze uniche. Nella seconda parte, tuttavia, è stato riportato il caso di un esperimento e di un’organizzazione il cui intento è quello di conquistare Marte. L’esperimento e quindi la diffusione di materiale visivo riguardo Marte ha scopi che esulano la semplice diffusione di conoscenza? Può essere strumentale la creazione della Mars 2030 Experience? Vi lascio in sospeso con questi interrogativi, per cui non fornisco una spiegazione, poiché, come potete ben immaginare, non esiste.

Per il momento dal mondo della simulazione è tutto, a presto con nuovi aggiornamenti!

 

Mara

 

Fonti:

  • https://www.nasa.gov/feature/nasa-concepts-bring-precision-mars-to-virtual-reality
  • https://www.cbsnews.com/news/exploring-mars-without-leaving-earth/
  • https://www.space.com/32912-virtual-reality-humans-to-mars.html
  • https://www.space.com/39857-overview-virtual-reality-voyage-through-space.html
  • Schlacht, I. L., Del Mastro, A., Nazir S. (2017). Virtual Reality for Safety, Entertainment or Education: The Mars Mission Test. Advances in Intelligent Systems and Computing, 481.